X agosto - Giovanni Pascoli
Domani è il 10 Agosto, la notte di San Lorenzo - in questa notte si può vedere uno dei tanti spettacoli della natura,le stelle cadenti, e possiamo esprimere un desiderio per ogni stella che abbiamo la fortuna di scorgere... ma "X Agosto" è anche il titolo di una malinconica ma dolcissima poesia di Giovanni Pascoli, grande poeta decadente italiano che ha vissuto anche nella nostra provincia. Ecco la poesia, recitata da Alberto Lupo (dalla voce indimenticabile, un importante attore di teatro, scomparso qualche anno fa) e con il sottofondo del Coro Muto tratto da Madame Butterfly di Puccini...Insomma,una straordinaria combinazione di forme d'arte differenti(poesia, musica, recitazione). E domani sera tutti a scrutare il cielo!!
Questo è il testo della poesia:
X Agosto (di G.Pascoli)
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Questo è il testo della poesia:
X Agosto (di G.Pascoli)
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
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