Settembre, il mese del ripensamento
Lo scorso anno, esattamente il 15 di ottobre, ho iniziato a pubblicare le strofe della canzone dei 12 mesi di Francesco Guccini, una ogni mese. Ora siamo arrivati all'ultima, dedicata a settembre, che è propositiva di nuovi progetti e possibilità, seguita dalla strofa usata come ritornello, che riassume la visione poetica del cantante sul tempo che passa
Poi il video completo della canzone eseguita dal vivo: è una registrazione di anni fa, ma molto buona. A seguito ho messo anche il testo completo in italiano.
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull'età, dopo l'estate porta il dono usato della perplessità...
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità.....
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia.
Diverso tutti gli anni, e tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare...
Last year, precisely on October 15, I started to publish the stanzas of the song of the 12 months by Francesco Guccini, one every month. Now a year has passed and we have come to the last verses, dedicated to September, which inspire new projects and opportunities, followed by the refrain, which depicts Guccini's poetic vision of the passing of time.....
Then comes a video with the complete song performed live: it's a recording of many years ago, but very good. For those who want to follow it I have added the complete lyrics in Italian.
September is a month of reflection on years and age
When summer's over it brings the usual gift of uncertainty
You sit down to think and start again the game of your identity
and possibilities like sparks kindle your fire
O days, o months that always go away, this life of mine is just the same as yours
Different every year, and every year alike,
The deal of tarot cards you never know how to play......
fra le cui rive giace come neve il mio corpo malato, il mio corpo malato.
Sono distese lungo la pianura bianche file di campi,
son come amanti dopo l'avventura neri alberi stanchi, neri alberi stanchi.
Viene Febbraio, e il mondo è a capo chino, ma nei convitti e in piazza
lascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza, il carnevale impazza.
L'inverno è lungo ancora, ma nel cuore appare la speranza
nei primi giorni di malato sole la primavera danza, la primavera danza.
Cantando Marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo,
porta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo, il riso del disgelo.
Riempi il bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vana,
sempre simile a voi è questa vita mia.
Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
quali segreti scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele, che ti chiamò crudele.
Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi dopo fatto l'amore,
come la terra dorme nella notte dopo un giorno di sole, dopo un giorno di sole.
Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera,
il nuovo amore getti via l'antico nell'ombra della sera, nell'ombra della sera.
Ben venga Maggio, ben venga la rosa che è dei poeti il fiore,
mentre la canto con la mia chitarra brindo a Cenne e a Folgore, brindo a Cenne e a Folgore.
Giugno, che sei maturità dell'anno, di te ringrazio Dio:
in un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io, ci sono nato io.
E con le messi che hai fra le tue mani ci porti il tuo tesoro,
con le tue spighe doni all'uomo il pane, alle femmine l'oro, alle femmine l'oro.
Diverso tutti gli anni, e tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
riposa, bevi e il mondo attorno appare come in una visione, come in una visione.
Non si lavora Agosto, nelle stanche tue lunghe oziose ore
mai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore.
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età,
dopo l'estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità.
Non so se tutti hanno capito, Ottobre, la tua grande bellezza:
nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza.
Lungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi pazze,
lungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse, fumano nubi basse.
Diverso tutti gli anni, e tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti, si festeggiano i morti.
Cade la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada
te pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della strada, in fango della strada.
E mi addormento come in un letargo, Dicembre, alle tue porte,
lungo i tuoi giorni con la mente spargo tristi semi di morte, tristi semi di morte.
Uomini e cose lasciano per terra esili ombre pigre,
ma nei tuoi giorni dai profeti detti nasce Cristo la tigre, nasce Cristo la tigre.
sempre simile a voi è questa vita mia.
Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
Grazie, Francesco Guccini è il mio autore preferito da quando avevo 15 anni. Cari saluti, Angelo (di Lucca)
RispondiEliminala canzone descrive perfettamente le difference tra le staggione. Peccato quest'anno l'estate in Olanda era come novembre!
RispondiEliminajoanna