La Wally di Catalani


Anche quest'anno gli amici del Teatro del Giglio ci hanno dato l'opportunità di assistere alle prove generali delle opere da loro prodotte. Un momento speciale per tutti, per chi già ama l'opera naturalmente, ma anche per chi non ne ha mai vista una e magari approfitta proprio di questa occasione per provare. Mi fa particolarmente piacere sapere che alcuni dei nostri studenti hanno avuto la loro prima esperienza con il melodramma proprio qui con me a Lucca.


Se poi andare a teatro è sempre un'esperienza magica, le prove per me lo sono ancora di più, c'è quell'atmosfera particolare che accompagna ogni creazione, c'è giusto il tempo per gli ultimi ritocchi e poi si va in scena.

L'ultima volta l'occasione è stata più particolare del solito, perché l'opera era La Wally di Catalani, molto difficile da vedere, ed infatti era la prima volta anche per me.
Il manifesto de "La Wally"

Eppure anche Catalani era originario di qui, e per un certo tempo la sua vita è stata parallela a quella di Puccini.

Alfredo Catalani nasce a Lucca nel 1854. Puccini nasce 4 anni dopo.
Entrambi vengono da famiglie di musicisti, compiono i primi studi al conservatorio di Lucca (l'insegnante di Catalani è Fortunato Magi, lo zio di Puccini, quello rimasto famoso per aver detto che il nipote non aveva assolutamente talento per la musica!), e poi proseguono gli studi a Milano, la vera capitale della musica nell'Italia di quel tempo. Lì possono conoscere e ascoltare di prima mano tutto quello che c'è di nuovo, in particolare le opere straniere di Bizet, Massenet e Wagner, che stanno rivoluzionando il mondo del melodramma.

Dopo il conservatorio, per tutti e due le prime prove come compositori, un percorso non certo facile fatto di speranze, incertezze e insuccessi.
Foto di Catalani, anche lui con i baffi come Puccini...
A Milano entrambi entrano in contatto con il mondo della Scapigliatura, un movimento artistico e poetico di giovani accomunati da uno spirito di ribellione verso la cultura italiana ufficiale del tempo. Le ultime opere di Verdi sono scritte da poeti della scapigliatura: Ghislanzoni scrive il libretto per Aida, e Arrigo Boito, compositore a sua volta del Mefistofele, scrive il libretto di Otello e di Falstaff. E anche i librettisti delle prime opere sia di Catalani sia di Puccini, accomunate dai temi fantastici, sono poeti di questo movimento.

Catalani curiosamente ha lasciato dietro di sé un'altra traccia legata alla scapigliatura: l'amico pittore Tranquillo Cremona lo usa come modello per il suo ultimo e più famoso quadro, "L'edera". Ultimo perché nello stesso anno il pittore muore a soli 41 anni, intossicato dal piombo contenuto nella vernice bianca che usava, destino purtroppo molto comune tra gli artisti dell'epoca.
L'edera, di Tranquillo Cremona. L'uomo è Alfredo Catalani.

Alfredo Catalani incontra il primo grande successo nel 1890 con la Loreley, rielaborazione di una sua opera precedente.

E ancora più grande successo lo ottiene La Wally due anni dopo. Il libretto è di Luigi Illica.
Il manifesto dell'epoca
La musica è innovativa, ricca (dice la critica) di suggestioni wagneriane, “la migliore opera italiana” dice Gustav Mahler. Proprio per questo il vecchio Verdi, legato alla tradizione, la disprezza (“Un'opera tedesca, priva di cuore e di ispirazione”). Ma Arturo Toscanini, il grande direttore d'orchestra, l'adora e la dirige proprio qui a Lucca, al nostro Teatro del Giglio.

Di questa opera probabilmente conoscerete l'aria più famosa, che viene spesso interpretata nei concerti. Se non l'avete mai sentita, ve la propongo in due versioni, una interpretata da Laura Londi, con il testo in italiano, ed una interpretata da Maria Callas, con i sottotitoli nella traduzione in inglese.



Nel febbraio dell'anno dopo, con la Manon Lescaut, arriva il successo anche per Puccini. Curiosamente anche il libretto di quest'opera è scritto, nell'ultima versione, proprio da Luigi Illica, che con Giacosa scriverà per Puccini ancora Bohème, Tosca e Madama Butterfly.

La storia di Alfredo Catalani invece si interrompe qui. Soffre di tisi, e proprio quell'estate, mentre sta andando in Svizzera per curarsi, ha una crisi e viene riportato d'urgenza a Milano.
Accanto al suo letto d'ospedale il direttore-amico Toscanini, che vede così morire davanti ai suoi occhi quello che riteneva il compositore più promettente, il futuro dell'opera italiana. Parlano di musica e dell'amico-rivale. “Ma davvero ti è piaciuta la Manon?...” gli chiede Alfredo.

Muore pochi giorni dopo, il 7 agosto 1893, a 39 anni.
La Wally resta la sua ultima opera completa.

Toscanini continuerà a interpretare la musica dell'amico scomparso. C'è una registrazione famosa, fatta proprio durante una prova di musica di Catalani, che testimonia l'irascibilità del grande direttore d'orchestra.

Avrete probabilmente riconosciuto l'espressione "Testa di rapa", che come potete immaginare non è proprio un complimento...
Anche durante le prove che abbiamo visto noi verso la fine dell'opera l'orchestra e i cantanti hanno dovuto ripetere alcune parti che non erano venute perfettamente, ma vi voglio assicurare che il direttore d'orchestra è stato molto molto gentile, questo stile resta unico di Toscanini!

Per finire, vi lascio con una poesia dedicata a Catalani scritta da Giovanni Pascoli, grande poeta suo contemporaneo:
« Apparve per brevi anni / guardando intorno / in alto / in sé. / Trasse d'oltre la vita / Dejanice Edmea Loreley Wally. / Riportò agli uomini dolci note / che il cuore non ricordava / e riconobbe / e non oblia. / Pende dal salice l'arpa / ma cantano ancora le corde / tocche da dita / che i nostri occhi non vedono più. » (Giovanni Pascoli)


This year too our friends in “Teatro del Giglio”, the local theater, gave us the chance to watch the dress rehearsals of their operatic productions. This is a special moment for everyone: for those who already love opera of course, but also for those who have never seen one before and eventually take this opportunity to try. To know that some of our students had their first experience with melodrama here in Lucca with me it's a real joy to my heart.
Going to the theater is always something magical, but in my opinion rehearsals are even more magic: there's that special atmosphere that goes along with any creation, there's just time enough for the final touches and then on we go to the show.
Last time the opportunity was more special than it usually is, since the opera was La Wally by Catalani, something really difficult to see, and indeed it's been the first time for me also.
And yet Catalani was born here in Lucca, and for some time his life ran parallel to Puccini's life.
Alfredo Catalani was born in Lucca in 1854. Puccini was born 4 years later.
Both of them were part of families where music was the main profession, both of them first studied in the local conservatory (Catalani's teacher was Fortunato Magi, Puccini's uncle, famous for saying that his nephew absolutely lacked talent for music!) and then went on to study in Milan, at that time the main city in Italy for music. There they could get to know and listen everything that was new at the time, and in particular foreign operas like those by Bizet, Massenet and Wagner, who were revolutionizing the opera world.
After finishing their studies, both of them had their first tries as composers, a not so easy journey made of hopes, uncertainties and failures.
In Milan they both got acquainted with Scapigliatura, an artistic and poetic movement created by young people who had in common the spirit of rebellion against the official culture of the time. Verdi's last operas were written by Scapigliatura poets: Ghislanzoni wrote the words for Aida, and Arrigo Boito, who composed Mefistofele, wrote the words for Otello and Falstaff. And the words for the first operas of both Catalani and Puccini were written by poets from the same movement.
Catalani was bound to Scapigliatura in yet another funny way: a friend of his, the painter Tranquillo Cremona, used him as a model for his last and most famous painting, “L'edera”, ivy. This was his last painting because he died the same year at the age of 41, intoxicated from lead contained in the white paint he used, an end who was unfortunately very common among the artists of the era.
Alfredo Catalani met his first big success in 1890 with Loreley, a reworking of something he wrote before.
And even bigger was the success with which La Wally was met two years after. The words were by Luigi Illica.
The music is new, rich (as the critics say) in themes and musical ideas taken from Wagner, “the best Italian opera” said Gustav Mahler. For this very reason old Verdi, bound to tradition, despised it (“A German opera,lacking in heart and in inspiration”). But Arturo Toscanini, the great conductor, adored it and conducted it also here in Lucca, in our Teatro del Giglio.
From this opera you probably know the most famous aria, which is often performed in concerts. In case you have never heard it, here it is in two different performances, one by Laura Londi, with the text in Italian, and one by Maria Callas, with English subtitles.
The year after, in February, Puccini too finally became successful with Manon Lescaut. Curiously enough the words for this opera, in its last version, were also written by Luigi Illica, who, coupled with Giacosa, would also write Bohème, Tosca and Madama Butterfly.
On the contrary, the story of Alfredo Catalani ends here. He suffered from consumption, and that very summer, while going to Switzerland to follow some treatment, he had a sudden crisis and was brought back in Milan.
Beside his hospital bed there was his conductor-friend Toscanini, who saw dying in front of his eyes the one he thought to be the most promising composer, the future of Italian opera.
They talked about music and about the rival-friend. “But did you really like Manon?” asked Alfredo.
He was dead just a few days after, 1893 August the 7th.He was 39. La Wally was his last completed opera.
Toscanini would keep on performing the music of his lost friend. There's a famous recording, during a rehearsal of Catalani's music, which testifies the hot temper of the great conductor.
You probably recognized the expression “Testa di rapa”, literally turnip head, which is not exactly a compliment, as you might have guessed...
Towards the end of the rehearsal we attended orchestra players and singers had to repeat some parts that were not perfect yet, but I want to assure you that our conductor was really really nice: this style of directing was unique to Toscanini!
As a finishing note, I leave you with a poem dedicated to Catalani, written by Giovanni Pascoli, a great poet who lived in the same era:
« Apparve per brevi anni / guardando intorno / in alto / in sé. / Trasse d'oltre la vita / Dejanice Edmea Loreley Wally. / Riportò agli uomini dolci note / che il cuore non ricordava / e riconobbe / e non oblia. / Pende dal salice l'arpa / ma cantano ancora le corde / tocche da dita / che i nostri occhi non vedono più. » (Giovanni Pascoli)


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