L'emigrazione lucchese e italiana

L'emigrazione da Lucca e dal suo territorio ha origini lontane e si sviluppa in forme molto diverse nel tempo. Una emigrazione “commerciale” si verificò dal 1300 al 1500 con l'espansione delle due attività prevalenti dell'economia lucchese all'epoca: il commercio della seta e l'impresa bancaria. Lucca godeva di una posizione strategica sulle vie di comunicazione (per questo era stata favorita nel suo sviluppo sin dai tempi dei Romani) e diventò luogo di passaggio di pellegrini, mercanti e soldati, per cui si sviluppò rapidamente l'attività di cambiavalute e di prestito di denaro, e vennero creati numerosi uffici in altre città. Per quanto riguarda la produzione e il commercio di manufatti di seta, l'intraprendenza dei mercanti e la maestria degli artigiani fecero di Lucca per alcuni secoli un centro di primo piano di questa attività. I lucchesi vi investivano i capitali e andavano dove i mercati lo richiedevano, fondando sia in Italia che all'estero delle vere e proprie piccole comunità, le “nationes lucenses”, punto di riferimento anche per i concittadini di passaggio.

Un'altra emigrazione di cittadini lucchesi coincise con la Riforma di Lutero e l'adesione alla dottrina calvinista, verso la metà del '500. A Lucca molti cittadini si convertirono al calvinismo, ma il governo della città rimase legato al cattolicesimo e alla Curia Romana, che spingeva affinché vi fosse instaurato il tribunale dell'inquisizione. Quando la situazione divenne insostenibile, gli “eretici” furono espropriati dei loro beni ed esiliati, ma con il sostegno delle loro famiglie che riacquistarono all'asta le proprietà, ricevettero fondi per potersi stabilire in altre città europee, come Ginevra, Lione e Bruges, dove continuarono con successo le loro attività e divennero classe dirigente.

Parallelamente a questi movimenti migratori di tipo espansionistico e commerciale, vi furono migrazioni delle popolazioni povere della Garfagnana e della Valdiserchio, spostamenti stagionali legati all'attività della pastorizia (transumanza), migrazioni di mano d'opera per lavori agricoli verso la Corsica, la Francia, la Tunisia, l'Algeria.

Una menzione a parte meritano i figurinai, i costruttori di statuine di gesso che andavano per il mondo a vendere le loro creazioni, raffiguranti animali e personaggi mitologici e letterari. Provenivano dalla Media Valle del Serchio e dalla Val di Lima, ed iniziarono questa attività nel '700. Il centro della statuina di gesso era Coreglia, dove oggi c'è un museo per testimoniare il prezioso contributo di questi artigiani. La presenza nel mondo dei venditori di statuine ebbe una tale diffusione, che la fantasia popolare immaginò che Cristoforo Colombo al suo arrivo nelle Americhe trovasse a dargli il benvenuto proprio uno di loro!

Nell'ottocento ebbe inizio l'emigrazione delle balie, mamme che andavano in Corsica e in Francia ad allattare figli di signore, lasciando a casa il loro nato, che veniva tirato su con latte di mucca. Era una prestazione più redditizia di quella degli uomini come braccianti, ed ebbe successo, nonostante il giudizio negativo dell'opinione pubblica.

In seguito all'unità d'Italia nel 1861, a causa delle precarie condizioni economiche e della diffusione della piccola proprietà terriera e della mezzadria, insufficienti a sfamare famiglie numerose, iniziò il grande esodo verso l'America del Nord e del Sud, che non conobbe sosta fino al fascismo, e riprese poi dopo la seconda guerra mondiale, anche verso l'Europa, l'Australia e il Sudafrica. Si calcola che da tutta Italia, dall'ottocento a oggi siano emigrati oltre 26 milioni di persone! Alcuni ritornarono, ma la gran parte si stabilì definitivamente nei paesi ospitanti, perché le condizioni di vita erano molto più favorevoli che in patria.

Da paese di emigrazione, a seguito dello sviluppo economico degli ultimi 50 anni, siamo divenuti paese di immigrazione per varie popolazioni mediterranee e africane: una mostra che si tiene a Palazzo Ducale in questo periodo e che durerà fino al 1° Maggio è dedicata a tutti i migranti e offre un contributo alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul problema. Per maggiori dettagli : http://www.luccaitalianschool.com/lucca-italian-school/news.cfm

English translation:

Emigration from Lucca and its territory started centuries ago and has assumed many different forms over time. A “commercial” migration took place from 1300 to 1500 with the expansion of the two dominant economic activities: silk trade and banking. Lucca was in a strategic position on the route from Europe to Rome (for this it had been favored in its development since Roman times) and became a place of passage of pilgrims, merchants and soldiers, which gave rise to the currency exchange and banking activities, for which numerous offices were also opened in other cities. With regard to the production and trade of silk, the enterprise of the merchants and the skill of the craftsmen made Lucca a leading center of this activity for centuries. The Lucchese invested in the trade and went where the demand was higher, founding in Italy and Europe small communities named "nationes lucenses", also meeting points for the Lucchese travellers abroad.

Another migration of lucchese citizens coincided with the Reformation of Luther and the embracing of the Calvinist doctrine, in mid 1500. In Lucca, many people were converted to Calvinism, but the government of the city remained in the hands of the Catholics and the Roman Curia, which urged the establishment of the Inquisition. When the situation became unbearable, the "heretics" were dispossessed and exiled, but with the support of their families who bought back the properties, received funds to settle down in other European cities such as Geneva, Lyon, Bruges , where they continued their activities successfully and became part of the ruling class.

Parallel to these migratory movements of expansionist and commercial type, there were migrations of poor people from Garfagnana and Valdiserchio, namely seasonal movements related to the activity of sheep breeding (transhumance) and to agricultural labor in Corsica, France, Tunisia, Algeria.

Special mention deserve the “Figurinai”, the manufacturers of plaster cast statuettes depicting animals, mythological and literary characters, who toured the world to sell their creations. They were from Serchio and Lima Valleys, and started this activity in the 18th century. Its center was Coreglia, where today a museum witnesses the important contribution of these artisans. Their hawking trade was so widespread that the popular belief imagined Christopher Columbus on his arrival in the Americas being welcomed by a Lucchese Figurinaio!

In the 19th century the emigration of nurses began: they were mothers who went to Corsica and France to nurse babies of ladies of high rank, leaving theirs at home to be fed with cow's milk. It was a service which yielded more than man's labor and became popular despite negative criticism from the public opinion.

After the unification of Italy in 1861, due to poor economic conditions and the spread of small land ownership and sharecropping, both insufficient to feed large families, the great exodus to North and South America was started, which did not stop until the fascist period, and then resumed after the second world war, adding Australia, South Africa and Northern Europe as destinations. It is estimated that from all over Italy, from the 19th century till today over 26 million people have emigrated! Some returned, but most of them settled permanently in their host countries, as living conditions were much more favorable than at home.

Then, with the economic growth in the last 50 years we have become a country of immigration for several Mediterranean and African populations: an exhibition held in Palazzo Ducale in this period and till May 1st is dedicated to emigration and is a contribution to raise public awareness about the problem. More details here : http://www.luccaitalianschool.com/lucca-italian-school/news.cfm

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