La scorsa settimana stavo passeggiando in città con mia figlia; abbiamo fatto la tradizionale passeggiata in centro, mangiato un buon gelato e poi ci siamo incamminate sulle Mura. Passeggiando siamo arrivate al punto in cui dall'alto si vede l'Orto Botanico: allora abbiamo pensato di concludere il nostro pomeriggio con la visita del giardino.
Ora, devo ammettere la mia scarsa conoscenza in materia di botanica: distinguo un albero da un arbusto, una pianta ornamentale da un'erba aromatica, mentre le piante grasse si dividono in “quelle con spine” e “quelle senza spine”...quindi capirete che al di là di qualche commento di valore estetico e qualche informazione tratta dai cartellini che si trovano accanto a ciascun albero non ho potuto trasmettere a mia figlia un “grande sapere”! Però... mi sono sentita sollevata quando ci siamo avvicinate al caratteristico “laghetto delle ninfee”: perché? Non certo perché potessi spiegare alla bambina che “l'albero che cresce dentro il laghetto è un Cipresso Calvo che cresce lungo corsi d'acqua e zone paludose e le cui radici producono particolari conformazioni legnose che si elevano dal terreno e che sembrano delle vere e proprie sculture viventi” (infatti questa informazione l'ho trovata sull'enciclopedia la sera quando siamo tornate a casa...)
bensì perché il laghetto dell'Orto Botanico è il luogo dove, secondo una delle più famose e intriganti leggende lucchesi, si è conclusa la vita di una bellissima nobildonna , Lucida Mansi.
Ecco, questo lo sapevo e potevo raccontarlo! E lo racconto anche qui: secondo questa leggenda, che viene narrata di generazione in generazione, pare che Lucida (una signora realmente vissuta a Lucca nei primi del '600, esponente di una delle famiglie lucchesi più importanti) fosse una donna di rara bellezza, di altrettanto rara crudeltà e amante del lusso e dei piaceri della carne. Secondo la storia popolare era sempre circondata da schiere di uomini, giovani o vecchi, belli o brutti, nobili o commercianti, colti o semplici, i quali le facevano visita durante la notte nel palazzo di città o nella Villa di campagna, e che dopo le prestazioni amorose venivano fatti cadere in botole che si aprivano dal pavimento, precipitando in profondi pozzi irti di lame affilate.
Come si conveniva alle nobili donne dell'epoca anche Lucida si recava quotidianamente a “Messa”: si dice che fosse così innamorata di se stessa e ossessivamente concentrata sul proprio aspetto che avesse messo un piccolo specchio anche dentro il libro delle preghiere; e fu proprio durante la Messa del mattino che un giorno vide sul proprio viso una lievissima ruga! Lucida sembrò quasi impazzire, ogni specchio di casa fu distrutto e disperata pianse e si lamentò così a lungo che di fronte a lei apparve un bellissimo giovane, che altri non era che il Diavolo: questi, in cambio della sua anima, le promise altri trent'anni di giovinezza. Lucida non esitò ad accettare la proposta; e così, mentre le persone intorno a lei invecchiavano, si ammalavano e morivano, Lucida continuava a rimanere giovane e bellissima e continuava a frequentare feste e ricevimenti, circondata da spasimanti.
Così passarono gli anni, uno dopo l'altro, senza che Lucida pensasse più al patto fatto con il Diavolo. Il 14 agosto 1623, arrivati allo scadere del tempo fissato, il bel giovane si ripresentò davanti alla donna: allora questa si ricordò di colpo dell'accordo fatto trent'anni prima. Nel tentativo disperato di fermare il tempo Lucida uscì di corsa dal proprio Palazzo, salì sulla carrozza e diede ordine al cocchiere di recarsi alla Torre delle Ore.
Arrivata qui,affannata, iniziò correndo a salire le scale, con la speranza di arrivare, prima dello scoccare della mezzanotte, a fermare l'ingranaggio dell'orologio; purtroppo così non fu e la campana iniziò a battere la mezzanotte. Allora la nobildonna scese le scale della torre e risalì sulla carrozza, la quale si diresse sulle Mura che circondavano (e circondano!) la città. Il Diavolo, preso dall'ira, fece scoppiare un terribile temporale, con tuoni fortissimi e fulmini così luminosi che per qualche attimo la città era così luminosa che sembrava un pomeriggio d'estate!
I cavalli, spaventati, iniziarono a correre sempre più velocemente, come impazziti; la carrozza iniziò a dare segni di cedimento, le ruote cigolavano e Lucida dentro la carrozza urlava disperata. Proprio in prossimità dell'Orto Botanico un fulmine colpì la carrozza che, rotolando dalle Mura, finì in fiamme dentro il laghetto.
Ancora oggi, nelle notti di temporale, si narra che sia possibile vedere correre sulle Mura di Lucca la carrozza in fiamme di Lucida e sentire le urla disperate della donna che cerca di liberarsi dalle mani del suo padrone.
E nelle notti di luna piena, chi vuole, può andare al laghetto dell'Orto Botanico e vedere nelle sue acque il riflesso del volto della nobile lucchese, la cui brama di beltà era così grande da non avere nessun dubbio: meglio un’anima dannata che un’esistenza senza gioventù...
Quando ho finito di raccontare la storia a mia figlia era ormai l'ora del tramonto, i cancelli dell'Orto Botanico stavano per essere chiusi, e lei mi guardava con uno sguardo di infinita ammirazione!! Che soddisfazione!!!
English translation: Strolling in Lucca between history, legend...... and a child to win over
Last week me and my daughter went for a walk in town as usual, had a tasty ice cream, then went on to the city walls. After awhile we arrived at the spot where you can see the Botanical Garden from the promenade down below: then we thought to finish our day with a visit to the garden.
Now well, I must admit my poor knowledge of botany: I can tell a tree from a shrub, an ornamental plant from an aromatic bush, while I can tell succulent plants as just with or without thorns, so you can imagine that beyond some aestethic comment or information taken from the signs at the plants, I could not convey any great knowledge to my daughter, but..... I felt a sense of relief when we got near the picturesque “water-lily pond”: why that? Not because I could explain my child that “the tree in the pond is the bald cypress, that grows by the water or in marshes, and whose roots emerge from the soil and look like living sculptures” (in fact I found this description on the encyclopedia later at home), but because the pond in the Botanical Garden is the place where, according to one of the most famous and intriguing lucchese legends, a very beautiful noblewoman's life, Lucida Mansi, came to an end.
I knew that story very well, so I could tell it to my daughter and gladly I relate it here: according to the legend, which was handed down from generations, it is said that Lucida (a lady who really lived in Lucca in 1600, belonging to one of the lucchese outstanding families) was a woman of rare beauty, of likewise great cruelty, and a lover of luxury and lust. The story tells that she was always surrounded by host of men, young or old, handsome or ugly, noble or working people, educated or simple, who paid visit to her in the night either to her palace in town or to the villa in the country, and who, after making love, were dropped down trapdoors on the floor into pits bristling with sharp spears.
As was proper for noblewomen in those times, Lucida went to Mass daily: but they say she was so in love with her self and so obsessively centered on her look, that she had a mirror even in her Prayers' book. And one day during the morning Mass she perceived a very slight wrinkle on her face! Lucida went nearly mad about this, broke all mirrors in the house and cried desperately and for so long that eventually a very handsome young man appeared to her: he was the Devil in disguise, who in exchange for her soul promised her thirty more years of youth. Lucida accepted without hesitation, and then while the people around her got old , fell ill and died, she kept being young and charming and attending feasts and receptions, surrounded by admirers as ever.
The years passed one after the other, and Lucida did no more think of the agreement he had made with the Devil. On August 14, 1623, being the expiration date, the handsome young man appeared in front of her: then she suddenly recalled the agreement of thirty years back. In a desperate attempt to stay the time, Lucida rushed out of her palace, got on the coach and ordered the coachman to go to the Torre delle Ore (tower of the hours, Via Fillungo)
As soon as she arrived there, she ran breathless upstairs hoping to get there before midnight and stop the mechanism of the clock, but unfortunately it was too late and the bell started to strike the hour. So the noblewoman went downstairs back to the coach and headed for the walls that surrounded (and still surround) the city. The Devil flew into a rage and had a terrible thunderstorm broken out, with mighty thunders and lightnings so bright that the city was for awhile as luminous as on a summer day!
The horses, scared, started to gallop faster and faster, as going wild, the coach lost stability and its wheels squeaked, while Lucida was screaming with despair. Right above the Botanical Garden a lightning hit the coach making it roll on fire from the walls down into the pond.
Still today when there is a thunderstorm at night, they say you can see Lucida's coach on fire racing on the walls and hear the desperate screams of the woman trying to escape her master. And in the nights of full moon, if you go to the pond of the Botanical Garden, in the water you will see the reflection of the noblewoman's face, whose greed for beauty was so great as not to concede a single doubt: better a damned soul than a life without youth....
When I finished telling the story to my daughter the sun was setting, the gates of the Botanical Garden were being closed and to my great satisfaction she looked at me with her big eyes in admiration!
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