Idelfonso Nieri e la cultura popolare lucchese


Idelfonso Nieri (1853-1920) fu un letterato e filologo lucchese, che si dedicò alla raccolta e alla divulgazione delle espressioni del popolo, sia in prosa che in poesia. La sua opera è essenziale per la conservazione e la trasmissione in forma scritta di una cultura, che oggi sarebbe ormai dimenticata. Tra i suoi lavori c'è un libro dal titolo "Cento racconti popolari lucchesi", che fu pubblicato per la prima volta nel 1906. Di queste storie, alcune vere, altre di fantasia, di contenuto comico o moralistico, per spiegare un proverbio o una frase comune, ne ho scelta una, che nella sua ingenua semplicità, ha anche un valore patriottico.
Il linguaggio è originale e alcune parole sono vernacolari e non più in uso, ma la storia è pienamente godibile anche oggi.

Ma che pretensioni!.....-

Venticinque o trent'anni fa giù per il nostro piano c'era un uomo che aveva preso moglie di fresco. Dir che fosse un cattiv'omo, non si potrebbe dire, ma delle volte era un po' bestialotto e aveva delle ragionacce spallate. Subito che la su' donna fu grossa, lui gli cominciò a dire: "M'hai a far Vittorio, m'hai a fare il nostro re, e vo' Vittorio! E m'hai a fare un Vittorino!" e non la finiva mai con questo re e con questo Vittorio. Ma venne l'ora del parto, e fu una donna. Come ci restò brutto! Vi basti che seguitò a maltrattare e a rimbrontolar la moglie per un mese, povera donna! Come se ci avesse colpa lei. "Be', per questa volta ti perdono, ma quest'altra, pover'alle tu' costole, se non mi fai Vittorio!" Come Dio volle ecco che la donna ridiventò gravida, e lui tutti i momenti a soccannarla e a tribolarla. "E m'hai a far Vittorio, e vo' Vittorio, e se mi fai un'altra pisciona, son bòtte e ti rimando con tu' madre"; e lì a farla star male e anco piangere con queste belle pretensioni. Ora viene che partorisce e fa due gemelli, due bellissimi maschiotti! La prima volta che lui uscì fuori, un amico gli domandò: "E be', che t'ha fatto poi la tu' moglie?" - "Povera donna! M'ha fatto Vittorio e po' anco Garibaldi!"

Idelfonso Nieri (1853-1920) was a lucchese scholar and philologist, who devoted himself to the collection and the literary rendition of the people's expression, both in prose and in poetry. His work was fundamental for the preservation and the handing down in written form of a culture, which today would be otherwise forgotten. Among his works there is a book entitled "One Hundred Lucchese Folk Tales", published for the first time in 1906. From these stories, some real, some imaginative, with a comic or moralistic content, to explain a proverb or a common sentence, I have chosen one, that for all its naivety, assumes a patriotic significance.
The language is original and some words are vernacular and no more used, but the tale is fully enjoyable even today.

What kind of demands!.....-

Twenty-five or thirty years back, down on our plain there was a man who was freshly married. You could not say he was a bad man, but sometimes he was a little bestial and nourished crazy thoughts. As soon as his wife was pregnant, he started to say "You got to bring me Vittorio, you got to bring me our king, I want Vittorio! You got to bring me a little Vittorio!", and he never stopped asking for the king and for Vittorio. But when the delivery came, it was a baby girl. How he was shocked! Suffice it to say that he kept mistreating and blaming his wife for a month, like it was the poor woman's fault. "Well, this time I will forgive you, but if you do not bring me Vittorio next time your poor ribs will hurt" God willing, the woman became pregnant again, her husband all the time urging and tormenting her. "You got to bring me Vittorio, I want Vittorio, if you bring me another girl, I will beat you and send you back to your mother" and he did her harm and made her cry with his crazy demands. Then she delivered giving birth to two twins, two lovely baby-boys! The first time he went out, a friend asked him: " Well then, what did your wife bring you?" - "Poor woman! She brought me Vittorio and even Garibaldi!"

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