Il mistero del labirinto di San Martino

IL MISTERO DEL LABIRINTO


Passeggiando per le vie della città sono capitata davanti al duomo di San Martino e per l'ennesima volta ho voluto provare a risolvere l'intricato percorso dell'affascinante e misterioso labirinto scolpito sulla colonna destra del portico. A destra del labirinto è incisa una scritta in latino che dice: HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDALUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)O NULLUS VADERE QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESEUS GRATIS ADRIANE STAMINE IUTUS , la quale si può tradurre così “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna”.
Quale sia il significato di un simbolo pagano all'entrata di una chiesa cristiana è cosa ignota; gli esperti ritengono che rappresenti la metafora della vita, ovvero la vita come un cammino pieno di ostacoli per superare i quali sia necessario il sostegno della fede, così come Teseo riuscì ad uscire dal labirinto seguendo il filo di Arianna.
Molto intrigante è per me però la leggenda che lega insieme storia e fantasia: nei tempi antichi a Lucca, così come altrove, era in vigore la pena di morte e si narra che il boia, prima dell'esecuzione della sentenza capitale, portasse i condannati a morte dinanzi al labirinto e gli promettesse e concedesse la grazia se riuscivano a trovare la via d'uscita.
Bisogna però che aggiunga, con un certo orgoglio per la mia città che le pene capitali eseguite a Lucca nel corso degli anni furono veramente poche: l'esigenza di un boia stabile a Lucca nacque dopo che il Codice Pernale Napoleonico aveva aumentato il possibile numero di sentenze da eseguire, per cui sarebbe aumentato il costo del ‘noleggio’ di boia e ghigliottina.
Così fu costruita una ghigliottina e fu chiamato il romano Tommaso Jona a comandarla, visto che nessun lucchese era disposto a farlo. Addirittura il boia, dato che nessuno voleva averlo come vicino, fu praticamente costretto a stabilire la propria residenza in una costruzione sulle mura, che da allora ha preso il nome di “casa del boia”.



Nel 1847 la pena di morte fu di nuovo abolita in Toscana e la ghigliottina fu presa a forza dal carcere di San Giorgio e bruciata in piazza. Si narra poi che alcuni dei rivoltosi portarono la lama restante a Viareggio per poi gettarla in mare (nell'Archivio Storico Lucchese esiste tutt'ora la ricevuta del pagamento del noleggio di una barca per questo scopo )


THE MYSTERY OF THE LABYRINTH

Walking through the city I chanced to pass by the Duomo di San Martino, the cathedral of Lucca, and for the umpteenth time I have tried to solve the intricate course of the mysterious and dazzling labyrinth carved on the right column of the church portal. To its right is a Latin inscription saying : HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDALUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)O NULLUS VADERE QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESEUS GRATIS ADRIANE STAMINE IUTUS, which can be translated “This labyrinth built by Cretan Daedalus, nobody who entered it could get out, except Theseus with the help of Ariadne's thread.”
The reason why this pagan symbol is at the entrance of a Christian church is unknown: experts think it might represent a metaphor of life, that is life as a path full of obstacles, to overcome which the support of faith is needed, like Theseus' escape from the labyrinth following Ariadne's thread.
But all the more intriguing to me is the legend that binds history and fantasy: in old times like elsewhere also in Lucca death penalty was in force, and they say the hangman used to take the condemned to the labyrinth and granted them pardon if they could find the way out.
I am proud to add that in my city executions were very few over the years: the need for a stable hangman in Lucca came after the Napoleonic Penal Code had increased the number of possible death sentences, thus augmenting the fee to hire a hangman and a guillotine.
So it was decided to build a city's own guillotine and Tommaso Jona from Rome was hired to operate it, as nobody from Lucca was willing to do the job. And the hangman was even confined to live in a building by the city walls, which has since been called “the hangman's house”, as no Lucchese family would have him as their neighbour.

In 1847 the death penalty was again abolished in Tuscany and in Lucca the guillotine was burnt by the people after they had taken it from S. Giorgio prison. They say that some of the rioters took the guillotine remaining blade to Viareggio, where they threw it into the sea (receipt for a boat's rent payment to this purpose is kept in Lucca's Historical Archives)



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