Un concerto di Banditaliana e un'intervista a Riccardo Tesi


Il 24 agosto scorso siamo andati in un piccolo paese della montagna pistoiese, Bardalone, nel comune di Maresca, per assistere a un concerto speciale del gruppo Banditaliana*, in occasione del suo ventesimo anniversario. Con noi c'erano anche quattro nostri studenti australiani che erano stati a un concerto di Riccardo Tesi e Banditaliana a Melbourne durante l'inverno (o l'estate, per loro). È stato un evento veramente straordinario, con tantissimi ospiti che hanno suonato o cantato insieme al gruppo.

*Dal caleidoscopio di suoni di Banditaliana nasce una musica senza frontiere, fresca e solare, innovativa ma legata alle proprie radici, una sintesi di ampio respiro tra forme e riti della tradizione toscana, profumi mediterranei, improvvisazioni jazz e canzone d’autore. Composizioni originali, virtuosismi strumentali, preziosi incastri ritmici ed arrangiamenti raffinati costituiscono la cifra stilistica del gruppo che nel corso degli anni si è imposto come una delle formazioni più interessanti nel panorama internazionale della world music ed ha riscosso un grande successo nel corso delle tournees in tutta Europa e in Canada dove ha partecipato ad alcuni tra i più importanti folk&jazz-festivals. (da www.riccardotesi.com)





On August 24 we went to a village on the Pistoia mountainside, Bardalone, near Maresca, to attend a special concert of the group Banditaliana*, on the occasion of its 20th anniversary. There were even four Australian students of our school, who had been already at a concert of Riccardo Tesi and Banditaliana in Melbourne during winter (for us, or summer for them). It was an extraordinary event, with lots of guest artists, who sang or played with the group.

*The fresh and sunny music resulting from Banditaliana’s kaleidoscope of sounds is regardless of categories, searching for innovation but sticking to its roots, as a wide synthesis of forms and rites drawn from the Tuscan tradition, Mediterranean flavours, jazz improvisation and songwriting. Original compositions, instrumental virtuosity, precious rhythmic grooves and refined arrangements represent the stylistic features of the group, that over the years has gained a reputation as one of the most interesting bands in the international world music scene and has achieved great success while touring Europe and Canada, taking part in some of the most important folk&jazz festivals. (from www.riccardotesi.com)





Ecco il video del gran finale con la canzone tradizionale "Eccolo Maggio"
Here is the final piece, a traditional song about the month of May: "Eccolo Maggio"


Aggiungo poi un intervista a Riccardo Tesi, che spiega come ha iniziato a suonare l'organetto e sviluppato il suo stile musicale. Ho anche inserito la trascrizione integrale dell'intervista per chi volesse meglio seguire precisamente le risposte di Riccardo.



Then I wish to add an interview to Riccardo Tesi, who explains how he started to play the button accordion and developed his own style. I insert the entire transcription of the interview for those who wish to follow Riccardo's answers precisely.


Ed ecco la trascrizione:

TESTO DELL' INTERVISTA A RICCARDO TESI

Il primo brano che hai eseguito con l'organetto

Ah, Ah, bella domanda! Eh, un brano tradizionale della...della montagna bolognese, la Girometta, un pezzo così... proprio la prima melodia che ho suonato sull'organetto.... e poi subito dopo un brano “Leva la gamba” che avevo sentito suonare da Jean Marie Carlotti che era musicista dei Mont-Jòia-Bachas, gruppo storico della musica occitana e questo succedeva nel 1978 e nell' '85 abbiamo invece fatto un disco insieme, che si chiama “Anita, Anita”


Hai cominciato con la musica popolare?

Sì, diciamo, come...come ascoltatore e come... chitarrista scarso ho cominciato un po' più con il rock, con il progressive, poi a un certo punto ho iniziato a interessarmi di musica popolare, prima inglese e poi italiana – era il 1978, quindi un po' di anni fa, quindi il panorama, lo scenario musicale era molto diverso e di musica popolare se ne sapeva abbastanza poco, quindi c'era anche un atteggiamento molto... eh...come si potrebbe dire, un po'... un po' integralista. Molto presto ho iniziato a prendermi invece un sacco di libertà, soprattutto andare alla ricerca della mia musica e quindi iniziare, invece di fossilizzarmi sul...sul...sul ruolo di colui che fa la riproposta della musica popolare, quindi che cerca di suonare una musica che comunque è di altri, perché io son nato in città, non sono nato nel paesino in Sardegna, quindi invece si suonare....di far finta di essere un tradizionale ho preferito essere me stesso e fare la mia musica... quindi far confluire nella mia musica tutte le musiche che mi piacevano, quindi anche quella popolare però anche il jazz, la canzone d'autore, insomma, quello che sto facendo adesso.

L'organetto ti ha portato alla musica popolare?

No, è che appassionandomi di musica popolare.....eravamo un trio a Pistoia con...di tre chitarristi .. io ero il più scarso di tutti e ave... mi consigliarono di suonare un po' il mandolino, poi... e uno di questi aveva l'organetto..un organetto e.. facevo un pezzo anche sull'organetto, così... e poi successe che il gruppo di Caterina nel quale militava Francesco Giannattasio, dopo essere uscito dal Canzoniere del Lazio – quel gruppo lì si...si è sciolto, e quindi Caterina Bueno era rimasta senza gruppo, è venuta a sentire noi, ci ha preso in blocco e quindi per.. anche mantenere un po' una continuità con il repertorio precedente mi sono più concentrato sull'organetto, talmente concentrato che poi non mi son mai laureato, 'un ho fatto nient'altro che suonare l'organetto nella mia vita.

Cosa direbbe il tuo organetto se potesse parlare?

Mah, io spero di farlo parlare! Spero, no... quello che comunica sono le emozioni.... la musica è....è l'arte dell'emozione cioè la musica deve comunicare emozioni... può essere angoscia, può essere.... a seconda dei linguaggi che usi....delle cose che comunichi, può essere gioia, può essere melanconia, tantissime cose diverse, però credo che quello che cerco di fare è di comunicare e per... e per comunicare devo io prima di tutto provare quel tipo di sensazione, quindi anch'io lasciarmi andare al fluire della musica, che non è sempre facile....

È l'organetto stesso a comunicare qualcosa?

No, io credo che sia il musicista che comunica, sia che suoni un pianoforte, un organetto, qualsiasi cosa... per me è sempre molto importante il musicista che sta dietro lo strumento anche l'organetto... a me …. sono affasc.. non sono- come dire – abbagliato dalla tecnica. Ci son tanti organettisti molto tecnici e virtuosi che fan 3000 note che per me...per esem....li ammiro, eh perché, chiaramente suonando lo strumento capisco il virtuosismo e la bravura del fare certe cose, però alla fine nel cuore non mi rimane niente. Invece sono molto colpito da chi ha un pensiero musicale interessante, come... come linguaggio e poi soprattutto che mi comunica emozioni

La collaborazione che ti ha colpito di più

Guarda, purtroppo ho passato un po' di anni, quindi sono tante... beh forse te ne potrei dire tre, dovendo scegliere: una è con Patrick Vaillant, mandolinista francese perché collaborare con lui è stata un'apertura mentale da un punto di vista musicale straordinaria e soprattutto ha cambiato totalmente il mio modo di guardare lo strumento, perché suonare con lui mi ha portato a sviluppare un... il mio stile, quindi a affrontare lo strumento in una maniera diversissima dalla tradizione; poi Banditaliana perché sono i miei..... un po' la mia famiglia... sono quindici anni... diciassette anni ormai che suoniamo insieme, abbiamo quindi condiviso tutto il percorso dall'inizio di un gruppo fino a... i risultati sempre più confortanti, insomma quindi... affronti festival sempre più grossi, più.... e quindi c'è l'ansia, cioè trovi.... è come una squadra di calcio deve giocare prima in serie C, poi in serie B poi in serie A poi va a fare la Coppa dei Campioni, quindi ha sempre degli impegni più importanti, quindi abbiamo sempre con.... abbiamo condiviso questo percorso e mi piace molto il modo di fare squadra di Banditaliana, perché è un gruppo che nonostante stiamo insieme da tanti anni, quando saliamo sul palco c'è sempre un'energia come se fosse la prima volta.. e poi forse l'altra collaborazione importante è quella con Ivano Fossati e Fabrizio de André.. che inizialmente avrei dovuto suonare nell'album che appunto stavano scrivendo insieme, poi ho finito per suonare in due album, Makramè di Fossati e Anime Salve di Fabrizio de André, perché questo mi ha molto riavvicinato alla forma “canzone”, che avevo abbandonato... che amavo molto all'inizio, quando... della mia passione musicale, ma che poi avevo un po' abbandonato, concentrandomi più sulla musica strumentale. Ecco, lavorando con due... autori così ho capito tutto quello.... cioè quanto è difficile scrivere un semplice canzone

Con Banditaliana e solista: che cosa cambia?

Dal giorno alla notte: prima di tutto c'è una differenza di ruolo nel senso che io.... sono un po'... sì, sono anche organettista però preferisco pensarmi più musicista, quindi sono molto attratto dalla composizione e dall'arrangiamento e passo molto più tempo a spesso.... a cercare pattern del percussionista, quindi l'arrangiamento delle figurazioni di percussioni da usare, che non le parti di organetto... quindi sono sempre molto attento alla globalità della musica, per cui se alla fine di un arrangiamento serve soltanto una nota d'organetto, non mi faccio problemi, cioè io metto una nota, perché credo che ognuno debba essere al servizio della musica, e quindi sono un po' lontano dalla figura del solista di organetto... fare questo lavoro solistico, che è stato forse uno degli album miei più difficili da realizzare, mi ha un po' riportato e fatto concentrare su.... sull'aspetto esecutivo, cioè quindi più esecutore che non arrangiatore o compositore, anche se l'aspetto compositivo è molto importante perché in concerto faccio tutte composizioni mie.... e però mi ha obbligato – come dire - a occupare uno spazio sonoro in un'altra maniera, cercare altre...... perché là dove hai una percussione che entra, un basso che entra, quindi hai tutta una serie di strategie, di sorprese, di un pezzo di emozioni da dare, qui devi trovare tutto dentro il tuo strumento, quindi ogni cosa.... ogni piccolo suono è amplificato.






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