Qualche giorno fa in una delle nostre lezioni di cucina Eva ha preparato insieme agli studenti i famosi Frati, quelle deliziose ciambelle (col buco, sennò che ciambelle sarebbero?) che si mangiano qui a Lucca tutto l'anno, ma particolarmente nel mese di Settembre, quando noi lucchesi andiamo a comprarceli al banchetto in Piazza Grande, o alle giostre. Esistono diverse variazioni sul tema dei frati; si trovano vuoti, quelli che io preferisco, oppure senza buco e ripieni di crema o (nella versione più moderna) di nutella (in questo caso si chiamano bomboloni), oppure fatti a cilindro e ripieni di crema o di cioccolata (questi sono i fantastici cannoli, ricordo di una gioventù beata quando potevo ancora mangiarli...) La caratteristica che tutte queste varianti hanno in comune è che sono tutti dolci fritti, ma strafritti, e pieni di zucchero, ma strapieni di zucchero. I frati si trovano in tante regioni d'Italia, con nomi diversi. Per me, l'idea del frate evoca l
Vi offriamo una descrizione fotografica del procedimento tradizionale di preparazione dei necci (sfoglie di pasta di farina di castagna da mangiare da sole o con la ricotta): oggigiorno, invece dei testi di pietra si usano delle piastre di acciaio, un po' meno poetiche, segno di modernità. Le foto di Ugo Conti sono tratte da un libriccino pubblicato dagli amici del Museo del Castagno di Colognora di Pescaglia. We are offering you here a photo description of the traditional way of cooking "necci" (a thin pancake of chestnut flour to eat alone or filled with ricotta cheese): nowadays, instead of the stone plates, they use steel plates, somewhat less poetic, a sign of modernity. Pictures are by Ugo Conti and are taken from a booklet published by our friends of the Museum of the Chestnut in Colognora di Pescaglia. (I won't translate the captions, as they are simple sentences, useful to learn) Si accende il fuoco nel camino Un mazzetto di foglie di castag
In questi giorni di gran caldo, mi è venuta l'idea di andare a cercare un po' di refrigerio nelle acque del Serchio, il fiume che passa da Lucca, subito a nord della città – a pochi minuti dalle Mura. Ci sono stata un paio d'ore, e devo dire che ne è valsa la pena – l'acqua è fresca e trasparente, la zona è molto tranquilla, niente code per andare o tornare né problemi di parcheggio: insomma, un'esperienza da consigliare. Certo, il mare è il mare, però un pomeriggio al fiume può essere una valida alternativa... Il Serchio è uno dei fiumi più importanti della Toscana; nasce nell'Alta Garfagnana e dopo un percorso di oltre 100 km sfocia in mare, poco a nord di Pisa. Nel corso dei secoli il Serchio ha avuto diversi percorsi - è un fiume “agitato” e per un periodo molto lungo ha causato seri danni alla Piana di Lucca con le sue continue alluvioni. I Lucchesi, comunque, caparbi come sono sempre stati, non si sono mai arresi e hanno sempre cercato di
Commenti
Posta un commento